Da visitare
La storia ha lasciato tracce archeologiche importanti sull’isola, la Necropoli presente sulle pendici della spiaggia Chiaia di luna,
che è formata da 5 tombe scavate nella parete tufacea, Punta della Madonna che conserva resti di ville romane insieme. Annesse alla
villa particolare bellezza e fascino sprigionano le “Grotte di Pilato”, un complesso di 5 vasche, che denota la perfezione della
tecnica di scavo e di intaglio anche sotto il livello del mare, utilizzate per l’allevamento ittico. Sempre dell’epoca romana è possibile
visitare la località di Sant’Antonio e Santa Maria dove è possibile ammirare resti di dimore estive, e la Grotta del
Serpente una tra le più grandi cisterna, datata all’età augustea, si apre su un ripido versante collinare ad ovest di Punta
della Madonna. Questa cisterna è formata da cunicoli scavati nella roccia ed una diga, riconoscibile oggi in un edificio di forma semicircolare
in località Giancos.
L’abbazia di Santa Maria opera dei monaci benedettini dove si presume accolga le spoglie di San Silverio, martire cristiano, oggi patrono
dell’isola di Ponza.
Di suggestiva attrazione è il Porto dell’isola, considerato l’esempio più puro di architettura Borbonica risalente alla seconda metà del ‘700.
La forma semicircolare segue la curvatura naturale della costa, ed è composto dalle banchine esterne (molo Musco) e di terra (Tenente di Fazio),
la prima culminante nel fanale, la seconda a Punta Bianca, attracco di motonavi e unica via d’accesso dal porto alla città. Nella parte
superiore del porto si nota una terrazza dalla quale si aprono gli svariati percorsi dell’isola. A sud del porto spiccano i Faraglioni del
Calzone Muto, chiamati così, sin dall’Ottocento, in relazione alla loro forma simile ad un calzone e alla loro superficie rocciosa.
All’estremità meridionale della costa, raggiungibile anche da terraferma, si trova il Faro della Guardia, terzo in Italia per potenza di luce,
che attualmente, però, non è visitabile al suo interno e Punta della Guardia, alla cui sinistra si nota la "Scarrupata" con la mulattiera
(strada tortuosa) che collega il tutto ai Faraglioni del Calzone Muto. In direzione sud di Punta della Guardia inizia la fossa più profonda del
Mediterraneo (3730 metri), famosa anche per l’avventura di Jacques Picard che, nel 1952, con il batiscafo "Trieste", raggiunse i 3150 metri in 2
ore e 15 minuti, per la prima volta nella storia.